L'estate è tradizionalmente un momento per viaggiare e tra tutti i diari di viaggio che si può avere occasione di leggere quello che più ci ha colpito, è pubblicato sulla newsletter di oliveoilsource a cura di Mary Dautricourt http://www.oliveoilsource.com/article/6000-year-old-harvest-jordan e descrive una esperienza in Medio Oriente in Giordania, alla ricerca dell'identità culturale dell'olivo.
L'asse spazio temporale si fa remoto, in Giordania l'olivo è naturalizzato e coltivato da più di 10.000 anni accompagnando la storia dell'uomo e sostenendone il nutrimento.
Sul "come funziona lì l'olivicoltura" è possibile capirlo avvicinandosi a chi coltiva ed avendo chiaro che, l'orientamento è quello di impiantare varietà locali, coltivare l'oliveto ed avvalersi dell'irrigazione, come prezioso alleato certo del processo vegetativo, ma anche della produttività.
Sul "come funziona lì l'olivicoltura" è possibile capirlo avvicinandosi a chi coltiva ed avendo chiaro che, l'orientamento è quello di impiantare varietà locali, coltivare l'oliveto ed avvalersi dell'irrigazione, come prezioso alleato certo del processo vegetativo, ma anche della produttività.
Vengono descritte anche interessanti ricette tanto per confermare che, la fantasia non ha limiti.
L'estate in Liguria è un momento in cui, soprattutto negli oliveti di recente impianto, la fertirrigazione e l'irrigazione diventano pratiche non accessorie ma determinanti.
E' anche un momento in cui la Mosca Olearia (Bactrocera Oleae) manifesta la sua significativa presenza, che deve essere attentamente monitorata.
Sperimentazione in corso.
Da convinti sotenitori di metodi di coltivazione rispettosi della risorsa ambientale, abbiamo deciso di provare, come mezzo di lotta biologica, la polvere di caolino.
Il caolino fa parte di quelle metodologie di lotta chiamate "Particle film Tecnology", volte alla ricerca sostanze di origine naturale, utili a creare una barriera sulla vegetazione.
La polvere caolino viene distribuita in soluzione acquosa sulla pianta, dissecca e lascia uno strato uniforme e bianco.
Serve a creare una barriera fisica contro l'ovideposizione ed anche una sorta di confusione nell'insetto che prima di deporre il suo uovo, si accerta con i suoi organi sensoriali , che non ci siano sostanze repellenti o estranee, altrimenti si allontana senza infestare il frutto.
La polvere di caolino non riduce la fotosintesi ma, e questo è un ulteriore valore aggiunto, riflette la radiazione solare, riducendo così la temperatura della chioma, le lesioni solari e le relative perdite di produzione.
Il primo dato che si può registrare è l'impatto estetico, la copertura bianca è ben evidente ma d'altronde questo è il sine qua non per l'efficacia, sull'efficienza ne ragioneremo in seguito.
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